Sigmund Freud, il creatore della psicoanalisi, nacque il 6 maggio 1856 a Frieberg in Moravia, a quel tempo sotto il dominio austro-ungarico.
Il suo nucleo familiare di origine era straordinariamente complesso nelle relazioni di parentela. Infatti il padre di Freud aveva sposato in seconde nozze una donna più giovane di lui di vent’anni e della stessa età del secondo fratellastro di Freud al quale nella mente del bambino ella era associata. Il padre, un commerciante in lana dal carattere piuttosto bonario anche se non privo di un certo autoritarismo, fiducioso nonostante tutto nell’intervento della provvidenza, viene descritto da Freud come il Micawber di Dickens.
In seguito ad un dissesto finanziario molto grave la famiglia si reca a Lipsia per alcuni mesi e infine si stabilisce definitivamente a Vienna, una città all’epoca dura, chiusa in caste impenetrabili nei propri pregiudizi: qui Freud visse per tutta la vita, esclusi gli ultimi due anni passati a Londra.
Superati brillantemente gli studi ginnasiali, a diciassette anni si iscrisse alla facoltà di medicina, spinto dalla sete di sapere, come racconta nella sua AUTOBIOGRAFIA, benché la sua curiosità si rivolgesse più ai rapporti umani che al mondo naturale. Gli anni universitari furono anni di interessi culturali vasti e intensi,che lo videro sempre disposto ad impegnarsi in accese discussioni filosofiche e scientifiche, che servirono a rafforzare le sue convinzioni positivistiche, tipiche d’altronde del xix secolo. E’ di quegli anni l’incontro con Ernst W. von Brucke, direttore dell'’istituto di fisiologia. Tale incontro valse ad orientare definitivamente il giovane Freud verso la Neurologia.
Laureatosi nel 1881, dovette rinunciare a seguire la carriera universitaria e a dedicarsi agli studi teorici: povero ed ebreo non aveva alcuna possibilità di affermarsi. Tuttavia nel 1885 riuscì a conseguire la libera docenza in neurologia e nell’ottobre dello stesso anno si recò a Parigi nella clinica neurologica di Jean-Martin Charcot, celebre neurologo francese, dove iniziò a studiare la possibilità di curare l’isteria tramite la suggestione ipnotica.
L’anno successivo, nel 1886, sposò Martha Bernays, una giovane appartenente ad una famiglia ebraica di grande prestigio, ma poverissima. I due giovani erano stati fidanzati per cinque anni e le lettere che Freud scrisse alla ragazza durante quel periodo hanno avuto un valore insostituibile per la comprensione dell'opera posteriore dello scienziato. Inizia un periodo di grandi stenti in cui furono costretti perfino ad impegnare gli orologi per tirare avanti.
Risale a questo periodo l’incontro con Joseph Breuer, il medico viennese che usava l’ipnosi per curare l’isteria. Le osservazioni compiute dai due medici su alcuni casi clinici portarono alla pubblicazione del volume intitolato STUDI SULL’ISTERIA. Questo incontro e lo studio del caso di Anna O. in particolare permisero a Freud di rinunciare all’ipnosi nella terapia dell'’isteria e di elaborare gradatamente la tecnica delle libere associazioni e l’analisi dei sogni.
La morte del padre, avvenuta nel 1887, provocò in Freud una grave crisi in seguito alla quale egli decise di utilizzare la proprie tecniche per analizzare se stesso. In questo lavoro egli è solo di fronte all’abisso che scopre; unico amico e confidente è in questo periodo Wilheim Fliess, conosciuto nel 1887 e col quale mantiene un’importantissima corrispondenza fino al 1900, anno in cui avviene la rottura tra i due uomini.
Frutto dell'’autoanalisi è nel 1899 la pubblicazione dell'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI, l’opera fondamentale di Freud che tuttavia suscitò scarso interesse: ne furono vendute appena 600 copie. Ad essa seguirono la PSICOPATOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA (1901) e i TRE SAGGI SULLA SESSUALITA’ (1905).
Dopo la pubblicazione di queste opere l’isolamento intellettuale di Freud finì. Intorno a lui si raggrupparono allievi e seguaci; entrò in contatto con Jung, Adler, Binswanger, Abraham, Jones. Nel 1908 viene tenuto il primo congresso internazionale di psicoanalisi, a Salisburgo. L’anno successivo Freud, Jung e Ferenczi vengono invitati negli Stati Uniti a tenere una serie di lezioni alla Clark University, in una formale consacrazione internazionale.
Paradossalmente però, proprio in un periodo tanto fortunato, iniziano le prime scissioni nell’ambito del movimento psicoanalitico, provocate dall’irremovibile fermezza di Freud nel difendere le proprie interpretazioni dell'inconscio. Il primo a staccarsi fu Adler, nel 1911, seguito due anni più tardi da Jung.
Addolorato da queste defezioni e preoccupato che la psicoanalisi potesse risentirne, nel 1914 freud scrisse PER LA STORIA DEL MOVIMENTO PSICOANALITICO, dove valuta il peso delle teorie di Adler e Jung e gli elementi innovativi apportati da esse alla psicoanalisi, ma contesta il prezzo troppo elevato che vogliono farsi pagare, cioè quello di rifiutare le principali dottrine analitiche. Fino al 1930 seguirono anni di lavoro clinico e teorico il cui risultato furono opere quali TOTEM E TABÙ (1913), IL PRINCIPIO DEL PIACERE (1920), L’AVVENIRE DI UN’ILLUSIONE, IL DISAGIO DELLA CIVILTÀ.
L’ultimo periodo della sua vita fu per Freud molto difficile, sia per le condizioni finanziarie sempre più precarie della casa editrice fondata per stampare le opere psicoanalitiche, sia per le condizioni di salute che si aggravavano sempre di più a causa di un tumore al palato. Preoccupato infine della persecuzione nazista verso gli ebrei, nel 1938, tre mesi prima dell'invasione dell'Austria, abbandonò Vienna per rifugiarsi a Londra, dove contava di terminare l’ultima opera, MOSÈ E IL MONOTEISMO. Qui morì il 23 settembre 1939.