Antichità classica:
Aristotele: il sogno nasce dalla psiche del sognatore ed ha natura demoniaca
b. Il materiale onirico. La memoria nel sogno
LACUNE DELLA VITA VIGILE⇒IPERMNESIA ONIRICA
Il senso del sogno a questo punto potrebbe essere quello fine a se stesso del ricordare, ma alcuni autori fanno osservare che nel sogno non si verificano ripetizioni di esperienze vissute.
IL SOGNO È UNA PERTURBAZIONE DEL SONNO provocata da:
• Stimoli sensoriali esterni (oggettivi). Per prendere sonno normalmente ci sforziamo di allontanare gli stimoli esterni dai nostri organi di senso, ma questo non ci riesce del tutto: alcuni di essi riescono addirittura a svegliarci, altri danno origine ad un sogno (sogni sperimentali di Maury pag. 45)
• Stimoli sensoriali interni (soggettivi). Stimoli sensoriali interni sono ad esempio: il caos luminoso nel campo visivo al buio, il ronzio o tintinnio nelle orecchie e in particolare gli eccitamenti soggettivi della retina. Essi sarebbero i principali responsabili delle cosiddette “immagini ipnagogiche”, molto spesso vivaci e mutevoli, che si producono regolarmente in molte persone prima di addormentarsi (innumerevoli uccelli, farfalle, pesci, perle variopinte, fiori, e simili).
• Stimolo corporeo interno (organico) Nel sonno la psiche perviene ad una consapevolezza sensoriale del corpo assai più vasta e profonda di quella raggiunta durante la veglia ed è costretta a ricevere e subire certi eccitamenti provenienti da organi e mutamenti corporei, del tutto inavvertibili durante la veglia. Secondo Aristotele è molto probabile che il sogno ci renda consapevoli di stati morbosi in incubazione, di cui durante il giorno non ci accorgiamo, grazie all'amplificazione cui esso sottopone le impressioni. Anche l'eccitazione sessuale è un valido stimolo alla formazione del sogno; gli ammalati di cuore fanno sogni brevi e angosciosi; i tubercolotici hanno sogni di soffocamento. La tesi dell'origine organica del sogno permette di collegare sogno e disturbo mentale, nel quale si attribuisce una grande importanza alle alterazioni della sensibilità generale e agli stimoli provenienti dagli organi interni. Secondo Krauss il sogno avviene attraverso un processo da lui denominato "transustansazione": ovvero le sensazioni organiche destano nel pensiero un’immagine affine e si uniscono ad essa formando un complesso organico. La coscienza però tiene conto solo delle rappresentazioni.
• Fonti di stimolo psichiche. Quasi tutti gli autori prima di Freud negavano ogni importanza agli stimoli psichici nella formazione del sogno.
Secondo alcuni autori (Strumpell) i sogni si dimenticano perché ci hanno colpito poco o perché sono un’esperienza unica. Inoltre essi mancano di senso logico e questo rende difficile ricordarli. Probabilmente la memoria falsifica il ricordo del sogno.
g. Teorie oniriche e funzioni del sogno
1) Teorie secondo le quali nel sogno continua la piena attività psichica dello stato vigile: la psiche non dorme, ma posta nelle condizioni dello stato di sonno, differenti da quelle della veglia, essa funziona normalmente, ma fornisce risultati differenti da quelli della veglia. Queste teorie non spiegano la funzione del sogno.
2) Teoria che presumono nel sogno una riduzione dell'attività psichica. Il sonno si estende alla psiche, rendendo il suo meccanismo temporaneamente insensibile (teoria dominante). A questa teoria si rifà quella di Robert del 1886 la quale afferma che nel sogno appaiono solo le impressioni che hanno sfiorato la mente fugacemente, mai quelle che sono state affrontate e risolte: il sogno ha un potere terapeutico perché libera la mente dall’accumulo dei pensieri irrisolti. Per Delage nel sogno ritroviamo le impressioni che hanno colpito più i sensi che il nostro spirito, ma non riesce ad assegnargli una finalità.
3) Teorie che attribuiscono alla psiche in sogno la facoltà a particolari prestazioni che invece nella veglia non è in grado di effettuare. Queste teorie riconoscono una funzione utile del sogno:
1) rapporti eziologici e clinici, quando un sogno si sostituisce ad uno stato psicotico, lo introduce o lo segue;
2) mutamenti che la vita del sogno subisce in caso di malattie mentali
3) rapporti interni tra sogno e psicosi, analogie che alludono ad affinità essenziali.
L'ipermnesia è presente in ambedue gli stati; lo stesso vale per la sopravvalutazione delle proprie attività; il rapido svolgersi delle rappresentazioni nel sogno corrisponde alla fuga delle idee nella psicosi. Manca la misura del tempo e in molti casi è presente la scissione della personalità: anche chi sogna ode i propri pensieri esposti da voci estranee.
Spesso, dopo la guarigione i malati raccontano di essersi sentiti per tutto il tempo solamente prigionieri di un sogno, come talvolta accade nel sogno vero.
Il sogno è un atto psichico dotato di senso per cui può essere interpretato.
• Prima di Freud i metodi popolari di interpretazione erano due:
• Artemidoro di Daldi prendeva in considerazione, così come gli orientali, anche le condizioni di vita del sognatore.
• Freud spiega che è pervenuto alla interpretazione dei sogni grazie al metodo psicoanalitico con il quale ha iniziato a trattare i suoi pazienti: nel corso delle libere associazioni molte volte il sogno si presenta alla stessa stregua degli altri sintomi e come essi può essere scomposto in elementi e interpretato, in modo da liberare l’ammalato. Lo stato in cui si deve addurre l’ammalato è simile a quello che precede il sonno: la critica viene sospesa e si seguono le rappresentazioni che si presentano spontaneamente alla mente.
• Non bisogna fissare l’attenzione del sogno nella sua totalità bensì scomporlo nei singoli elementi e solo allora chiedere al paziente i pensieri legati ad ognuno di essi. Pertanto la tecnica freudiana si accosta maggiormente alla tradizione popolare della decifrazione.
Sogno dell'iniezione ad Irma
Attraverso l’interpretazione del sogno dell’iniezione ad Irma, fatto nella notte tra il 23 e 24 luglio 1895, Freud dimostra chiaramente la sua ipotesi secondo la quale il contenuto del sogno è un appagamento di desiderio e il suo motivo è un desiderio: il colpevole della cattiva salute di Irma non è lui, ma il suo amico Otto; Anzi nel sogno Freud è un medico coscienzioso verso la salute di parenti e amici.
Sogno dell’iniezione ad Irma
Un grande salone, molti ospiti che stiamo ricevendo. Tra questi, Irma, che prendo subito in disparte come per rispondere alla sua lettera e rimproverarla di non accettare ancora la "soluzione". Le dico: "Se hai ancora dei dolori è veramente solo colpa tua". Lei risponde: "Sapessi che dolori ho ora alla gola, allo stomaco, al ventre, mi sento tutta stretta". Mi spavento e la guardo: è pallida, gonfia. Penso: dopo tutto forse non tengo conto di qualcosa di organico. La porto alla finestra e le guardo la gola: Irma mostra una certa riluttanza, come le donne che portano la dentiera. Penso che non ne ha proprio bisogno: La bocca poi si apre bene e vedo a destra una grande macchia bianca e in un altro punto, accanto a strane forme increspate, che imitano evidentemente le conche nasali, estese croste grigiastre. Chiamo subito il Dottor M., che ripete la visita e conferma…Il dottor M. ha un aspetto assolutamente diverso dal solito, è molto pallido, zoppica, non ha barba al mente… Anche il mio amico Otto si trova ora accanto ad Irma e l’amico Leopold la percuote sul corsetto e dice: "C'è una zona di ottusità in basso a sinistra" e indica inoltre un tratto di cute infiltrato alla spalla sinistra (cosa che anch’io sento nonostante il vestito)… Mi dice: "Non c’è dubbio, è un’infezione; ma non importa; sopraggiungerà una dissenteria e il veleno sarà eliminato"…Inoltre sappiamo subito da dove proviene l'infezione: qualche tempo fa, per un’indisposizione, l'amico Otto le ha fatto un’iniezione con un preparato di propile, propilene, acido proprionico, trimetilamina (ne vedo la formula davanti ai miei occhi, stampata in grassetto)… Non si fanno queste iniezioni con tanta leggerezza…probabilmente anche la siringa non era pulita.
Analisi
Il rimprovero ad Irma all'inizio del sogno indica che Freud non si vuole ritenere colpevole dei dolori che la paziente ancora avverte.
Il pallore indica che le si sostituisce un'altra persona.
Il modo di stare vicino alla finestra ricorda infatti un’amica di Irma che Freud ha desiderato avere per paziente.
Ella però si mostrava molto riluttante, come mostra il sogno.
I denti finti ricordano a Freud la propria moglie, che non vorrebbe avere per paziente.
Il dottor M. invece l’episodio con una paziente deceduta per colpa di una medicina prescritta da Freud.
Leopold è contrapposto ad Otto come medico scrupoloso.
Le parole del dottor M. sono ancora una volta una discolpa per Freud: se Irma soffre di difterite il perdurare dei suoi dolori non può essere dovuto alla cura psichica.
Da tutto il sogno risulta che il colpevole delle persistenti sofferenze di Irma è Otto.
Questi aveva irritato Freud la sera precedente parlandogli dell’incompleta guarigione di Irma: il sogno si vendica, ritorcendo il rimprovero su di lui.
Il sogno dunque rappresenta un certo stato di cose così come Freud lo vorrebbe: il suo contenuto è un appagamento di desiderio, il suo motivo un desiderio.
Il primo problema che si pone Freud nell’esporre in forma teorica la sua geniale intuizione è quello di vedere se in effetti tutti i sogni rappresentano un appagamento di desiderio.
Per questo prende dapprima in considerazione i sogni di comodità, suscitati dal desiderio di bere o di continuare a dormire, oppure dal desiderio di una gravidanza o di divertirsi.
Questi sogni mostrano apertamente il loro contenuto; sono per lo più brevi e semplici e somigliano ai sogni dei bambini, le cui facoltà psichiche sono indubbiamente meno complicate di quelle degli adulti.
Pertanto Freud passa ad esaminare numerosi sogni di bambini, in particolar modo dei propri figli (Herman, Dachstein).
L'importanza della teoria freudiana sul sogno è che egli dimostra che tutti i sogni sono un appagamento di desiderio, anche i sogni d’angoscia. Infatti Freud parte dalla considerazione che bisogna distinguere tra:
Sogno dell'amico R. (pag. 143)
I - L'amico R. è mio zio. Provo per lui una grande tenerezza.
II – Vedo davanti a me il suo volto un po’ mutato: come fosse allungato, incorniciato da una barba gialla che spicca con particolare chiarezza.
R. è un "deficiente" e il collega N. "suol perdere (?)", quindi Freud può aspirare alla nomina di professore non essendo né l'uno né l'altro
Attraverso l'interpretazione del sogno dell'amico R. Freud spiega come il sentimento di tenerezza che appare manifestamente nel sogno serva a coprire l’offesa in esso contenuta verso l’amico: ovvero ci troviamo davanti ad una "simulazione". Supponiamo allora nell'individuo due istanze psichiche: una che plasmi il desiderio espresso nel sogno e l’altra che eserciti una censura su questo sentimento provocando una deformazione della sua espressione. Attraverso questo espediente della deformazione, un sentimento doloroso per l’Io può trovare accesso alla coscienza. Detto questo possiamo ben comprendere come trovi posto il desiderio nei sogni d’angoscia: il contenuto penoso serve soltanto a mascherare un altro desiderio. Essi quindi contengono qualcosa di spiacevole per la seconda istanza, ma gradevole per la prima (sogno del mancato invito a cena, sogno del viaggio con la suocera, sogno della morte di Karl, pag. 155).
Altri due motivi possono produrre sogni di contro-desiderio:
Per Scherner, nella libera attività della fantasia sciolta dai legami diurni, il lavoro onirico tende a rappresentare simbolicamente la natura dell’organo da cui parte lo stimolo e il tipo di stimolo.
"Come l’immagine del gatto esprime l'irritato malumore dell'animo, quella di un bel biscotto levigato, la nudità del corpo". Il corpo umano nella sua totalità è rappresentato dalla fantasia onirica come una casa, i singoli organi come parti di essa.
Questa teoria si serve del simbolismo per l’interpretazione dei sogni ma il campo a cui attinge viene ristretto nell'ambito del corpo umano e secondo Freud lascia troppo arbitrio all'interprete mentre la psiche sembra avere il solo scopo di fantasticare sullo stimolo senza alcun tentativo di eliminarlo.
La terza critica che Freud fa alla teoria scherneriana è che gli stimoli corporei sono sempre presenti durante il sonno, pertanto tutte le notti bisognerebbe sognare tutto il corpo. La possibilità che in certi momenti ci siano particolari motivi per rivolgere l'attenzione alle sensazioni viscerali, sempre regolarmente presenti, esula dalla teoria scherneriana. Pertanto il valore che Freud attribuisce alle considerazioni di Scherner e di Volket, suo discepolo, sta nell’aver riconosciuto la simbolizzazione che esiste nel sogno e che spesso rappresenta organi del corpo umano.
L’opinione, invece, di Freud sugli stimoli somatici è che essi si congiungano in unità alle altri fonti del sogno e vengano con esse elaborati in un appagamento di desiderio; quando questo avviene, vuol dire che è stato possibile trovare per il contenuto del sogno un insieme di rappresentazioni che fa le veci di entrambe le fonti, delle somatiche come delle psichiche (vedi il sogno di Freud dell’andare a cavallo pag 220).
Tutti i sogni, in un certo senso, sono sogni di comodità, perché obbediscono all’intento di continuare il sonno: in effetti il sogno è il custode del sonno, non il suo perturbatore. Esso appaga il desiderio di continuare a dormire. Per questo, di fronte allo stimolo esterno, che la psiche riconosce in modo esatto e che richiederebbe l’interruzione del sonno, essa sceglie solo l’interpretazione che si concilia con il desiderio di continuare a dormire.
Se nel sonno sono presenti sensazioni di origine somatica con carattere spiacevole, questa costellazione viene usata dal lavoro onirico per rappresentare l'appagamento di un desiderio, represso, con maggiore o minore intervento della censura. Questo stato di cose rende possibile una serie di sogni angosciosi, mentre l’altra serie d'angoscia può derivare da eccitamenti psicosessuali e corrisponde a libido rimossa.
In questo caso il sogno angoscioso ha il significato di un sintomo nevrotico e noi ci troviamo al punto limite in cui la tendenza onirica dell’appagamento di un desiderio fallisce:
In genere i sogni non si possono interpretare senza la catena associativa fornita dal sognante. Esistono però alcuni sogni che sono uguali per tutti e che presumibilmente hanno sempre lo stesso significato: probabilmente esistono dei simboli che sono uguali per tutti gli uomini.
Per essere catalogato come sogno tipico, il sogno di nudità deve avere anche altre caratteristiche precise: in esso si prova intensa vergogna ed inoltre si vorrebbe scappare per nascondersi e si è impossibilitati a farlo. Per questo sogno Freud risale agli impulsi esibizionistici dell'infanzia e trova il suo corrispettivo nel delirio di essere osservati mentre ci si sveste dei paranoici o negli atti perversi degli esibizionisti veri e propri.
L'imbarazzo è al servizio della censura e serve a nascondere con il suo contrario l’istanza a denudarsi. L'inibizione a muoversi è nello stesso modo l'espressione del conflitto tra la censura e il desiderio. Il bambino esibizionista è rimasto "nella profonda ed eterna essenza dell’umanità" e non perde occasione per manifestarsi, per lo meno nei sogni, coperto dall'apparenza dell’uomo irreprensibile (Ulisse nudo davanti a Nausicaa).
Questo tipo di sogni va suddiviso in due categorie:
I primi non rientrano tra i sogni tipici in quanto l’assenza di cordoglio indica che il desiderio realizzato nel sogno è un altro. Gli altri invece realizzano davvero il desiderio che la persona indicata muoia.
Normalmente questi desideri risalgono alla primissima infanzia, però continuano ad esistere nell’inconscio e ridiventano attuali non appena qualche motivo li richiama in vita. Le persone più intime sono quelle che diventano più spesso oggetto di tale desiderio. I bambini non hanno consapevolezza piena del concetto di morte; per loro corrisponde ad un andar via, non disturbare più i presenti.
Tra i fratelli si evidenzia molto spesso, specie se sono molto piccoli. I tentati omicidi sono all’ordine del giorno: il bambino tende a soddisfare i propri desideri immediatamente, senza tener conto della realtà e quindi esprime con chiarezza il desiderio che il nuovo nato vada via. Esso si presenterà camuffato nel sogno di molti adulti (i bambini che volano via dal prato, pag 240: Un gran numero di bambini, tutti suoi fratelli, sorelle, cugini e cugine, correvano qua e là sul prato. Improvvisamente ebbero le ali, si alzarono in volo e sparirono: "Gli spuntano le ali e diventano angioletti").
Per quanto riguarda i genitori, normalmente i sogni si riferiscono alla morte del genitore dello stesso sesso: questo perché il bambino lo vede come il rivale in amore. Nella nostra cultura i conflitti tra padre e figlio sorgono principalmente per il limite economico che il padre pone al figlio, mentre tra madre e figlia il conflitto è più spostato alla sfera sessuale, quando la ragazza aspira ad una maggiore libertà e se la vede negare. Ma il vero motivo del desiderare la morte dei genitori risale ai primi anni dell’infanzia quando i primi impulsi sessuali rendono il genitore dello stesso sesso un rivale scomodo.
Nella psicopatologia questo desiderio può esprimersi in vari modi: con aggressività immotivata, con sogni, con fobie isteriche riguardanti la salute della persona di cui si desidera la morte. Ma il desiderio edipico è presente anche nelle persone normali. Infatti il mito di Edipo, narrato da Sofocle, riesce universalmente comprensibile proprio per questo. Nell’Amleto di Shakespeare il sintomo dell’inibizione rivela il sottostante autorimprovero di non essere migliore del peccatore che dovrebbe punire.
I sogni di volare e di cadere sono da Freud ricondotti ai giochi infantili in cui si veniva sollevati tra le braccia, ecc. Questi movimenti però vengono sognati solo se qualche motivo psicologico lo esige.
Il sogno di essere bocciato all’esame di maturità viene fatto solo da coloro i quali lo hanno superato. Esso si presenta quando il giorno dopo ci attendiamo un compito di responsabilità e la possibilità di fare brutta figura: il suo senso sarebbe di tranquillizzare il sognatore che anche questa volta ce la farà come allora. L'autorimprovero contenuto di fare ancora “ragazzate” probabilmente si riferisce ad atti sessuali reprensibili.
La vera novità della teoria di Freud consiste nell'aver scoperto il contenuto latente del sogno. Lo scienziato si pone il compito di scoprire attraverso quali processi dal contenuto latente si arrivi al contenuto manifesto. Per far questo non dobbiamo considerare il sogno come una figura pittorica, ma come un rebus in cui la figura va sostituita con una parola o una sillaba.
Nel lavoro di interpretazione di un sogno si scopre che esso contiene una forte condensazione. Per spiegare una sola immagine occorrono diverse pagine: uno stesso sogno si presta a più interpretazioni e non si può essere certi di averlo interpretato fino in fondo.
Contro l'idea che alcuni pensieri possano concatenarsi nel corso dell'analisi, Freud obietta che la stragrande maggioranza di idee scoperte nel corso dell’analisi erano già presenti nel corso della formazione del sogno, altrimenti alcuni pensieri, presenti già nel sogno, resterebbero inaccessibili. Come si effettua la condensazione? Quali sono i criteri che determinano la scelta dei pochi elementi che arrivano nel sogno?
Infatti solo in minima parte i pensieri onirici scoperti sono sostituiti nel sogno da uno dei loro elementi rappresentativi; pertanto una loro prima, incompleta, conclusione potrebbe essere che la condensazione avviene per omissione, poiché il sogno non è una traduzione fedele o una proiezione puntuale dei pensieri del sogno, ma una riproduzione quanto mai incompleta e lacunosa (vedi il sogno sulla monografia botanica p. 169-pag.265).
I rari elementi del sogno rappresentano dunque "punti nodali" nei quali convergono moltissimi pensieri onirici e sono pertanto dotati di molti significati.
Contemporaneamente, analizzando i sogni, possiamo scoprire che anche un medesimo pensiero può essere rappresentato da più elementi. Una caratteristica della condensazione è che essa crea
Una sola persona contiene l’idea di tante altre perché (ad esempio Irma) capitano a lei cose che al sognatore ricordano altre persone. La persona mista è l’immagine onirica nella quale sono riuniti i tratti attuali di due o più persone.
Lo stesso si può dire di qualsiasi altro elemento del sogno che così diviene un termine medio tra più idee che si intendono rappresentare (propilene da amilene dal gruppo Otto, la bottiglia di liquore dal cattivo sapore) e Propilei (dal gruppo Wilhelm, con monaco e Propilei).
Analizzando i sogni, troviamo spesso in essi sono concentrati elementi molto diversi da quelli che sono i reali pensieri del sogno. Questo fenomeno onirico (ma sarebbe più esatto dire psichico) viene denominato "spostamento" e, benché frequente nei sogni, non è però generale come quello della condensazione.
Lo spostamento crea un collegamento forzato tra contenuto e pensieri del sogno in modo che gli elementi prescelti alla rappresentazione acquistino sufficiente rilievo psichico; avviene cioè una traslazione e uno spostamento delle intensità psichiche dei singoli elementi donde deriva la differenza esistente tra il testo del contenuto e quello dei pensieri del sogno. Anche il meccanismo dello spostamento serve alla censura per mascherare i pensieri latenti del sogno.
I pensieri essenziali del sogno sono un complesso di pensieri e ricordi di intricatissima struttura. Spesso sono processioni di idee che partono da più parti ma hanno qualche punto di contatto; oppure sono collegate tra loro per contrasto. Le singole parti di questa complessa formazione hanno i più disparati rapporti logici tra di loro e formano digressioni e chiarimenti, condizioni, dimostrazioni ed obiezioni.
Il sogno però non dispone di alcun mezzo per raffigurare i legami logici esistenti tra le varie proposizioni. In esso non esistono congiunzioni, ma solo l'elaborazione dei pensieri onirici.
Questo stesso tipo di espressione la troviamo nelle arti figurative (pittura e scultura), le quali, a differenza della poesia, non possono servirsi del discorso. Anche se nel sogno appaiono spesso dei discorsi logici, essi sono solo delle riproduzioni di discorsi ricordati tra il materiale onirico. Spesso il discorso è soltanto un’allusione ad un avvenimento contenuto nei pensieri del sogno, il cui senso è però completamente diverso.
Il sogno però riesce ad indicare le relazioni, difficilmente raffigurabili, esistenti nel proprio materiale, attraverso alcuni sistemi:
1) SIMULTANEITÀ: indica il nesso logico esistente tra tutti i brani dei pensieri del sogno e pertanto riassume tutto il materiale in una singola situazione o avvenimento (il pittore raffigura tutti i filosofi di u8na scuola in una stanza per indicare una comunità).
2) RAPPORTI CAUSALI: essi vengono rappresentati da due situazioni oniriche a modo di proposizione principale e proposizione secondaria; quest’ultima viene usata come sogno preliminare (es: dato che le cose stavano così e così…) a cui si aggiunge la proposizione principale come sogno principale (…doveva succedere questo e quello – sogno delle due domestiche). Naturalmente non sempre il susseguirsi di due sogni ha questo significato: in altri contesti esso sembra piuttosto lo stesso pensiero guardato da più lati. Un altro modo di raffigurare il rapporto causale consiste nella trasformazione durante il sogno di un’immagine, persona o oggetto che sia, in un’altra.
Oltre allo spostamento di intensità psichica da un elemento all’altro del sogno, nelle formazioni oniriche troviamo un altro tipo di spostamento, ovvero quello che avviene dall’espressione linguistica del pensiero astratto 14 all'espressione visiva e plastica tipica del sogno. In un certo senso questo processo è simile a quello di una poesia rimata: ad un pensiero devono accordarsi tutti gli altri, così come ad un primo verso deve accordarsi il secondo, pur dovendo esprimere quest’ultimo il senso che gli compete.
La raffigurazione visiva permette inoltre una maggiore condensazione in quanto con la sua struttura ambigua permette a più di un pensiero di esprimersi. Nello stesso modo che il sogno, anche le nevrosi si avvantaggiano arditamente delle ambiguità e dei giochi che la parola permette per facilitare la condensazione e il travestimento. Per permettersi una maggiore raffigurabilità esente inoltre da censura, il sogno usa in larga misura la simbolizzazione. In modo particolare vanno incontro a questo tipo di trasformazione gli impulsi sessuali, i quali con maggior rigore vanno tenuti a bada dalla coscienza.
La rappresentazione per simboli complica l’interpretazione dei sogni in misura notevole. Da un lato i simboli sembrano essere strettamente individuali, dall’altro alcuni di essi sembrano avere uno stretto legame con alcune espressioni linguistiche e pertanto se ne può dedurre che in tempi remoti erano legati ad esse da identità concettuale. Le libere associazioni molte volte non aiutano ad interpretare alcuni simboli. In questi casi, e con cautela, si può ricorrere alla conoscenza dei simboli universali di chi interpreta. Tale cautela è resa indispensabile dalla proprietà tipica dei simboli di essere plurisignificanti ed ambigui e di ammettere più di un’interpretazione allo stesso modo come possono essere la rappresentazione di più desideri contrastanti.
Poste queste premesse si può in genere dire che l'autorità rappresenta in genere i genitori; ogni oggetto di forma allungata, l'organo genitale maschile; ogni oggetto che può contenere in sé qualcosa, come pure le stanze, rappresentano il genitale femminile o la donna. Due stanze in una rappresentano la teoria infantile della cloaca. Salire e scendere le scale rappresentano l’atto sessuale. I muri lisci rappresentano gli uomini, le sporgenze e il legno le donne. Il simbolismo sessuale viene spesso trasposto sul mangiare o su qualsiasi situazione atta a rappresentarlo; così la comparsa nel sogno di più simboli sessuali va considerata una difesa di fronte alla paura dell’evirazione. Piccoli animali, insetti nocivi, rappresentano spesso bambini piccoli, per esempio fratelli indesiderati.
Sogni tipici
Riprendendo l'argomento dei sogni tipici, vedremo come il sogno di perdere il treno va accostato al sogno d'esame; partire equivale a morire, quindi perdere il treno equivale ad una rassicurazione.
Il sogno da stimolo dentario, coperto solitamente da forti resistenze, nei maschi è dettato dal ricordo dei desideri onanistici della pubertà. I sogni di estrazione dentaria da parte di un’altra persona vanno distinti dai sogni in cui è il sognante ad estrarsi un dente; essi rappresentano il complesso della evirazione. Anche nell’isteria si ha una simile trasposizione dal basso verso l’alto, ovvero ogni stimolo sessuale viene trasferito dai genitali su organi ineccepibili.
I sogni di volare, cadere, ecc derivano dal ricordo dei giochi infantili, ma non vanno considerati fonti del sogno, bensì contenuto. Per ogni persona assumono un significato particolare in base alle sue concezioni ed esperienze personali. Nell’uomo il sogno di volare si può presumere associato all’erezione. I sogni di cadere probabilmente riecheggiano carezze infantili, mentre quelli di nuotare ripetono il piacere dell'enuresi.
I sogni del “già veduto” hanno il significato di organo genitale della madre, mentre i sogni angosciosi di passare luoghi stretti o di permanere nell’acqua sono il frutto di fantasie sulla vita intrauterina o sull’evento della nascita.
Il rappresentante del sogno sessuale è molto spesso il sogno suscitato da stimolo urinario; secondo O. Rank lo stimolo sessuale cerca in un primo momento di soddisfarsi per via regressiva, nella forma infantile dell’erotismo uretrale. Infatti molte volte, dopo il risveglio e lo svuotamento della vescica, il sogno continua e manifesta il suo bisogno con scoperte immagini erotiche.
I sogni determinati da stimolo intestinale confermano, attraverso il loro simbolismo, la stretta connessione, nella mentalità infantile, tra sterco e oro.
I sogni di salvataggio, fatti da una donna , equivalgono a sogni di parto. Gli spettri corrispondono a reminiscenze infantili dei genitori che per vari motivi svegliarono il bambino.
Il sogno rappresenta il pensiero latente con le immagini più strane. Ognuna di esse è un concetto astratto. Una parola deformata, rappresentata visivamente, può stare, ad esempio, al posto di una persona. Anche i numeri e i conti nel sogno soggiacciono alle stesse regole di qualsiasi altro elemento. Il sogno rappresenta il pensiero latente con le immagini più strane. Ognuna di esse è un concetto astratto. Una parola deformata, rappresentata visivamente, può stare, ad esempio, al posto di una persona. Anche i numeri e i conti nel sogno soggiacciono alle stesse regole di qualsiasi altro elemento. Il lavoro onirico non fa calcoli, né giusti né sbagliati, ma compone semplicemente in forma di calcolo numeri, presenti nei pensieri del sogno, che possono servire come allusioni a un materiale non rappresentabile.
Lo stesso vale per i discorsi presenti nel sogno: per quanto logici possano sembrare essi sono solo frammenti di discorsi effettivamente fatti o uditi ed usati qui in modo arbitrario. Le frasi vengono strappate al loro contesto e connesse in modo nuovo, adatto a rappresentare il pensiero latente.
Tra i sogni assurdi, quelli che rappresentano persone morte nell’atto di agire come vive esprimono un pensiero di consolazione o un "come se" , che il sogno non può rappresentare se non al presente. Un’altra specie di assurdità che si ritrova nei sogni di congiunti morti non esprime ironia o sarcasmo, ma serve all’estremo rifiuto di rappresentare un pensiero rimosso, che si vorrebbe volentieri far passare per il più impensabile. I sogni di questo tipo appaiono passibili di soluzione soltanto se si ricorda che il sogno non fa distinzione tra desiderio e realtà. Ancora l’assurdità del sogno rappresenta il giudizio astratto “è assurdo”, quando nel pensiero latente è presente il giudizio critico "è un'assurdità", quando in generale critica e ironia motivano un’inconscia serie di pensieri del sognatore. Quindi l’assurdo rappresenta la contraddizione, al pari dell’inversione di relazione materiale e contenuto del sogno (p. 303) e dello sfruttamento di sensazione di inibizione motoria. In più, rispetto a questi ultimi meccanismi, il sogno assurdo deve anche ironizzare e ridicolizzare.
Tutto ciò che si trova nei sogni come apparente attività della funzione di giudizio, non va affatto considerato come prestazione mentale del lavoro onirico, ma appartiene al materiale dei pensieri del sogno, donde giunge, come prodotto finito, nel contenuto onirico manifesto. "Posso perfino rafforzare la mia asserzione, dicendo che anche i giudizi che si danno sul sogno dopo il risveglio, e le sensazioni che la sua riproduzione evoca in noi, appartengono in buona parte al contenuto onirico latente e vanno inseriti nell’interpretazione del sogno". Nell'interpretazione del sogno va lasciata da parte la connessione fra gli elementi onirici creata dal sogno, per ricondurre ogni elemento, separatamente, alla propria origine. Il sogno è un conglomerato che, ai fini dell’indagine, deve essere di nuovo ridotto in frammenti.
L'affetto vissuto nel sogno non ha minore valore di quello di uguale intensità vissuto nella veglia ed è proprio con il suo contenuto affettivo che il sogno pretende, più che con il suo contenuto rappresentativo, di essere accolto tra le esperienze reali della nostra psiche. Nel sogno spesso 17 un’intensa manifestazione affettiva compare in relazione a un contenuto che non sembra offrire spunto alcuno allo scatenamento di un affetto. Una situazione pericolosa nel sogno non genera paura, mentre alcune volte si prova lo spavento più intenso per cose innocue. Questo enigma si risolve non appena passiamo a considerare il contenuto latente del sogno: infatti mentre i contenuti rappresentativi hanno subito spostamenti e sostituzioni, gli affetti sono rimasti fissi. Quando l’analisi inserisce il vero contenuto del sogno l’affetto si spiega perfettamente. Vedi il sogno dei tre leoni (p. 422).
Sogno dei tre leoni: ella vede in un deserto tre leoni uno dei quali ride, ma non ne ha paura. Poi però dev’essere scappata via, perché vuole arrampicarsi su un albero, ma trova sua cugina, insegnante di francese, già su e così va.
--------------------------
Suo padre portava una di quelle barbe che incorniciano il volto come una criniera; la sua insegnante di inglese si chiama Miss Lyons; un conoscente le ha inviato le ballate di Loewe.
Alcune volte l’affetto resta collegato al contenuto rappresentativo che ha sostituito il contenuto latente. Altre volte esso si trova collocato in qualche altra parte del sogno. Se un affetto si trova in sogno, si trova pure nei pensieri del sogno, ma non viceversa; il sogno è in genere più povero di affetti del materiale psichico dalla cui elaborazione trae origine. Per mezzo del lavoro onirico, non soltanto il contenuto, ma spesso anche la tonalità affettiva del pensiero viene ridotta al livello dell’indifferenza: per mezzo del lavoro onirico, cioè, viene raggiunta una repressione degli stati affettivi. Essa sarebbe il risultato (secondo) della censura onirica, come la deformazione onirica è la prima condizione che essa pone.
Nel sogno sono sempre presenti due tonalità affettive contrarie ed è forse per questo che alla fine predomina il senso dell’indifferenza. Il lavoro onirico, oltre che ammettere o annullare gli stati affettivi, può anche trasformarli nel suo contrario. (p.431 sogno del ridere fragorosamente).
Sogno del ridere: io ero a letto, entrava uno sconosciuto, io volevo accendere la luce ma non ci riuscivo, tentavo e ritentavo ma invano. Allora mia moglie scese dal letto per aiutarmi, ma anche lei non riusciva a combinare nulla; alla fine , in imbarazzo di fronte al signore per il suo negligé, rinunciò e tornò a letto. Tutto questo era così comodo che alla fine fui costretto a riderne terribilmente. Mia moglie disse: "Perché ridi, perché ridi?" ma io continuai a ridere finché mi svegliai.
Lo sconosciuto è la morte, il cui pensiero ha occupato il sognante il giorno precedente.
I sogni "ipocriti", quelli in cui sembra esista il contrario esatto dell’appagamento di un desiderio; essi sono in realtà al servizio del SuperIo e rappresentano una punizione. Fonti affettive, capaci di fornire lo stesso affetto, concorrono nel lavoro onirico alla formazione di questo affetto. Infatti non esiste solo il caso di due affetti contrastanti che si annullano reciprocamente o per effetto della censura, ma anche quello in cui una fonte rinforza l’altra ed insieme sottraggono alla rimozione lo stato affettivo corrispondente alla propria soddisfazione.
E’ quanto avviene anche nei soggetti nevrotici. Una circostanza di per sé atta a produrre un affetto qualitativamente esatto, ne può esagerare enormemente la quantità nel caso che venga rafforzato da fonti affettive rimaste sino ad allora inconsce.
Lo stato d’animo avuto durante il giorno sicuramente è accompagnato da un decorso ideativo che può trovare posto nel sogno se serve a raffigurare l’appagamento di un desiderio. Stati d’animo penosi durante il sonno diventano forze motrici del sogno in quanto destano energici desideri che il sogno deve appagare.
Il quarto fattore che partecipa alla formazione dei sogni è l’elaborazione secondaria (condensazione, spostamento, considerazione della raffigurabilità, elaborazione secondaria).
Analizzando i sogni, ci troviamo spesso di fronte ad un contenuto manifesto molto logico, o almeno logico in alcune parti. A questo risultato si giunge attraverso la partecipazione dell’istanza che abbiamo chiamato censura e che è un diretto derivato del pensiero vigile. Essa in un primo momento elimina e distorce, ma aggiunge anche per colmare le lacune, cercando di trarre il materiale per quanto possibile dagli stessi pensieri del sogno. L'elaborazione secondaria può essere considerata una prima interpretazione da parte del pensiero che in qualche modo resta vigile: esso tratta il materiale nel modo più libero, allontanandosene quanto più possibile per salvaguardare il sonno.
Un esempio molto chiaro di questa funzione lo troviamo nel giudizio, espresso già in sogno, "è solo un sogno": esso vuole ridurre l’importanza dell’evento sognato e rendere possibile la sopportazione del seguito. La censura in questo caso è stata colta di sorpresa e si oppone all’angoscia o alla sensazione penosa con questo sistema.
Nel caso che il sogno tragga origine da una fantasia, il lavoro dell’elaborazione secondaria è in gran parte risparmiato in quanto la fantasia, conscia o inconscia, ha già di per sé una facciata logica. I sogni ad occhi aperti hanno tutte le caratteristiche del sogno notturno; agiscono gli stessi meccanismi in entrambi; inoltre essi sono il primo gradino tanto di un sogno notturno che di un sintomo isterico. Alcune volte esse si trovano nel sogno intatte o quasi. (p. 451 fantasia di matrimonio).
Probabilmente i sogni di risveglio (vedi sogno di Maury p. 46) sembrano verificarsi in modo così rapido perché lo stimolo "allude" ad una fantasia già esistente, pronta da tempo, che viene solo ricordata.
Le esigenze dell’elaborazione secondaria sono quelle meno violente nella formazione del sogno. Essa probabilmente deriva da una funzione psichica che può essere identificata con il nostro pensiero vigile. Esso infatti si comporta nei confronti di qualsiasi materiale percettivo esattamente come la suddetta funzione nei confronti del contenuto onirico. È per esso naturale far ordine in tale materiale, creare delle relazioni, ridurlo ad una coerenza intelligibile, conforme alle nostre aspettative. Anzi in questo senso andiamo anche troppo avanti: e la bravura dei prestigiatori si fa beffe di noi, basandosi appunto su questa nostra abitudine intellettuale. Nello sforzo di comporre in modo intelligibile le impressioni sensoriali che ci vengono offerte, commettiamo spesso gli errori più strani o falsifichiamo addirittura la verità del materiale che abbiamo davanti, Ad esempio: leggiamo senza curarci di certi errori di stampa che disturbano il senso, perché ci formiamo l’illusione di leggere il testo esatto.
Dunque è il nostro pensiero vigile l’istanza psichica che si avvicina al contenuto onirico con la pretesa che esso sia intelligibile, lo sottopone a una prima interpretazione e ne provoca in questo modo il totale fraintendimento. Nell’interpretazione la coerenza del sogno va tralasciata per risalire al materiale onirico.
A proposito della dimenticanza che così facilmente colpisce i sogni, bisogna notare che tutto quello che ad essi è connesso, anche nel raccontarli, rimane in collegamento associativo con il contenuto che sostituisce e serve ad indicarci la via verso questo contenuto, il quale a sua volta può sostituirne un altro. Ad esempio: un sogno raccontato in modo confuso va fatto ripetere. Raramente vengono usate le stesse parole. Ma i punti che vengono mutati sono proprio quelli del travestimento onirico. Infatti il paziente modifica rapidamente i punti deboli e tralascia qualche espressione che lo può tradire.
Il dubbio su un elemento del sogno va interpretato come una resistenza e allo stesso modo la dimenticanza di parti del sogno: in analisi è possibile ricostruire, se non il sogno, almeno i pensieri latenti che ad esso sottostavano. Superata la resistenza nel lavoro analitico, spesso viene ricordato anche il sogno.
Il sogno può essere sovradeterminato, come "schiacciasse sette mosche in un solo colpo": ci possono essere tante interpretazioni che si sovrappongono. Spesso un’idea onirica si protrae nei sogni successivi di settimane e mesi. La resistenza perde durante la notte parte della sua forza, ma non è abolita, come dimostra il suo contributo alla formazione del sogno nella deformazione di quest’ultimo. Possiamo affermare che "lo stato di sonno rende possibile la formazione del sogno, in quanto riduce la censura endopsichica".
Nella libera associazione le rappresentazioni che giungono alla coscienza sono sempre finalizzate. Nell’interpretazione noi mettiamo solo da parte quelle che conosciamo per fare spazio a quelle che invece non conosciamo, inconsce, le quali determinano ora il flusso delle rappresentazioni non volute. Neppure nelle malattie psichiche più gravi esistono rappresentazioni non finalizzate. I deliri incomprensibili dei malati di mente sono tali solo per certe omissioni. In questi deliri la censura non collabora a rielaborare il materiale in modo che non sia più scandaloso, ma cancella semplicemente ciò che contesta, di modo che il contesto risulti incomprensibile. (Censura dei giornali).
Negli elementi che sembrano associati tra loro in modo superficiale, per esempio da assonanza, doppio senso, o altro, c’è sempre un legame più profondo che soggiace alla censura: è questo il motivo per cui alcune rappresentazioni sembrano senza fine.
La censura agisce in due modi:
Sotto la pressione della censura, si è verificato nei due casi uno spostamento da un’associazione normale, seria, a un’associazione superficiale, apparentemente assurda. Grazie alla conoscenza dei meccanismi della censura, dunque, nell’interpretazione del sogno ci affidiamo senza alcuna preoccupazione anche alle associazioni superficiali.
La psicoanalisi si serve in modo cosciente delle due tesi sopraesposte:
La prima trasformazione che il sogno fa nei propri pensieri è quella di rappresentare il desidero come se fosse una scena vissuta nel presente. Questa proprietà è caratteristica anche del sogno ad occhi aperti, mentre è esclusiva del sogno notturno quella per cui il contenuto rappresentativo non viene pensato, bensì trasformato in immagini sensoriali, alle quali prestiamo fede e che riteniamo di vivere.
Questa trasformazione della rappresentazione in immagine sensoriale non spetta soltanto al sogno, ma, in pari grado, all’allucinazione, alle visioni ed alle visioni che compaiono, pressoché a sé stanti, nello stato di salute o come sintomo delle psiconevrosi. L'idea che viene da queste osservazioni è quella di una località psichica.
Freud fa dunque una supposizione circa la composizione di essa e la immagina come composta da più istanze o sistemi.
Il desiderio che suscita il sogno può appartenere all’inconscio o al Preconscio, oppure essere stato ricacciato dal Prec all’Inc ed essere ugualmente capace di suscitare un sogno. Sicuramente però i desideri appartenenti al Prec, e quindi quelli che sono stati suscitati il giorno precedente e messi a tacere, si procurano un rinforzo nella sfera dell’inconscio, essendo troppo deboli per creare un sogno. Il desiderio conscio può diventare un suscitatore del sogno soltanto se riesce a destare un desiderio affine inconscio, con cui si rinforza. I desideri inconsci sono sempre attivi, sempre pronti a procurarsi un’espressione, qualora si offra loro l’occasione di allearsi con un impulso proveniente dal conscio, sempre pronti a trasferire su di esso la loro maggiore intensità. Questi desideri inconsci sono di origine infantile e pertanto il desiderio suscitatore del sogno è di origine infantile anch’esso.
I residui della vita diurna debbono sottostare a diverse condizioni prima di essere accolti nel sogno. Nel sogno dell’amico Otto (p 254) si realizza il desiderio infantile di grandezza, unitamente alla preoccupazione (residuo diurno) per la salute dell'amico.
Quando i pensieri onirici sono densi di preoccupazioni e considerazioni dolorose in pieno contrasto con un desiderio appagato, i risultati possono essere di tre tipi:
1 ) il lavoro onirico sostituisce il materiale penoso con materiale opposto;
2) le rappresentazioni penose giungono più o meno modificate, ma ben riconoscibili, nel contenuto onirico manifesto. Tali sogni con contenuto penoso possono essere vissuti come indifferenti, oppure possono portate con sé le emozioni penose che sembrano giustificate dal loro contenuto rappresentativo;
3) oppure possono sviluppare angoscia e portate al risveglio. In quest’ultimo caso l'appagamento di un desiderio inconscio e represso sarebbe vissuto dall’ Io del sognatore come penoso e approfitta dell’occasione offertagli dal permanere dei residui diurni penosi. Ha prestato loro il suo appoggio e con ciò ha dato loro facoltà di entrare nel sogno.
Mentre nel 1° caso il desiderio inconscio coincideva con quello conscio, nel 2° e nel 3° caso c’è un desiderio tra conscio e inconscio o tra Io e materiale rimosso. La soddisfazione per l’appagamento del desiderio rimosso può riuscire tanto grande da compensare i sentimenti penosi connessi ai residui diurni. In questo caso la tonalità affettiva del sogno risulta indifferente (2° caso); oppure può accadere che l’Io dormiente prenda parte ancora più attiva alla formazione del sogno e reagisca con violenta indignazione all’avvenuta soddisfazione del desiderio rimosso e ponga fine al sogno stesso in situazione d’angoscia.
I SOGNI DI PUNIZIONE sono anch’essi l’appagamento di un desiderio inconscio, cioè il desiderio di una punizione inflitta al sognatore per un moto di desiderio illecito, rimosso. Nei sogni del secondo tipo il desiderio rimosso faceva parte del materiale rimosso; in questi invece esso fa parte dell’Io. I sogni di punizione sorgono con facilità quando i pensieri diurni contengono la soddisfazione di desideri illeciti: essi sembrano il contrario di quelli del primo gruppo.
L'importanza dei residui diurni nella formazione del sogno possiamo comprenderla se teniamo presente la psicologia delle psiconevrosi, la quale ci insegna che ciò che è inconscio non può penetrare nel preconscio e può esercitare su di esso qualche effetto solo unendosi a una rappresentazione innocente, che già fa parte del preconscio, trasferendo su di essa la sua intensità e servendosene come di una copertura. Questo fenomeno viene chiamato "traslazione". Attraverso di esso la rappresentazione preconscia può raggiungere un’immeritata intensità oppure può operare attraverso una modificazione. Le rappresentazioni preconsce che vengono utilizzate sono quelle più indifferenti, che non hanno già attirato su di sé una sufficiente quota d’attenzione. Gli elementi diurni, inoltre, giungono tanto spesso nel sogno perché sono quelli che hanno meno da temere la censura di resistenza. La loro presenza costante ci fa intravedere la costrizione della traslazione.
I residui diurni sono i veri e propri disturbatori del sonno, mentre il sogno si sforza di proteggerlo.
La natura psichica dell’atto di desiderio viene spiegata dallo schema dato per l’apparato psichico. La sua attuale capacità deriva da una lunga evoluzione. Ai primi stadi esso tendeva a mantenersi esente da stimoli e quindi a scaricare immediatamente nella motilità gli eccitamenti provenienti dall’estremità percettiva. Il bambino affamato griderà o si agiterà: ma sarà inutile perché solo quando si verificherà l’esperienza di soddisfacimento lo stimolo interno si interromperà. La percezione del cibo rimarrà da ora in poi la traccia mnestica indelebilmente associata alla traccia mnestica dell’eccitamento dovuto al bisogno. Appena il bisogno si ripresenta si ha un moto psichico che tende a reinvestire l’immagine mnestica corrispondente alla percezione, e a provocare nuovamente la percezione stessa. Questo moto è ciò che noi chiamiamo desiderio. La ricomparsa della percezione è l’appagamento di desiderio e la via più breve per raggiungerlo porta dall’eccitamento dovuto al bisogno all’investimento totale della percezione.
Possiamo ammettere il perdurare di uno stato primitivo dell’apparato psichico nel quale ancora la soddisfazione del desiderio si ottenga ancora per questa via e che sfoci quindi in un’allucinazione. Questa prima attività psichica mira dunque a qualcosa di percettivamente identico all’esperienza di soddisfacimento (identità di percezione), ma non riesce ad ottenere il soddisfacimento; essa continua ad esistere immutata nelle psicosi allucinatorie, la cui attività psichica si esaurisce nell’atto di tener fermo l’oggetto desiderato.
Perché il bisogno possa essere soddisfatto bisogna fermare la regressione all’immagine mnestica in modo che possano essere cercate delle vie di appagamento nel mondo esterno attraverso il sistema che domina la motilità.
Questa è solo una via secondaria e indiretta, resa necessaria dall’esperienza. Nel sogno il desiderio, l’unica cosa capace di mettere in moto il nostro apparato psichico, viene soddisfatto per via regressiva, quindi col sistema primario utilizzato quando il bambino è ancora troppo piccolo; lo stesso accade nelle psicosi.
Nella persona sana il sistema primitivo è attivato solo di notte, quando la censura può in qualche modo lasciarsi andare. Nella condizione di sonno le porte della motilità sono chiuse e pertanto gli impulsi inconsci restano innocui qualunque essi siamo. Non così quando l’impegno di energie della censura critica dipende da un indebolimento patologico della censura stessa o da un rafforzamento patologico degli eccitamenti inconsci, mentre il preconscio è investito e le porte della motilità aperte. In questi casi questi ultimi sopraffanno la censura e sottomettono il preconscio, dominando da esso le nostre parole e le nostre azione o prendendo la via della regressione allucinatoria.
Anche i sintomi psiconevrotici corrispondono in parte all’appagamento inconscio di un desiderio. L’altra parte è invece la formazione reattiva nei confronti di questo appagamento. Quindi il sintomo sorge dall’appagamento di due desideri opposti, ognuno proveniente da due sistemi …..diversi. Ad esempio un desiderio può corrispondere ad un bisogno di autopunizione. Nel sogno sembra che il preconscio si esprima maggiormente nel desiderio di dormire.
La funzione del sogno. Il sogno d’angoscia. La coscienza (organo di senso deputato all’apprensione delle qualità psichiche) rivolta ai processi ideativi è resa dal sonno molto meno eccitabile di quella rivolta ai sistemi percettivi. Ma, una volta che il sogno è divenuto percezione, è in grado di eccitare la coscienza, in modo da attirare parte dell’attenzione (ovvero di energia di investimento) del Prec.
Il sogno dunque “sveglia” una parte del preconscio, il quale lo sottopone all’elaborazione secondaria. Pertanto viene trattato come ogni altro contenuto percettivo e la direzione dell’energia Y è di nuovo progressiva. Il sogno è come un fuoco d’artificio preparato per ore e poi bruciato in un momento.
Il sogno ha probabilmente una funzione energetica, nel senso che l’attenzione che gli si dedica è un risparmio d’energia, rispetto al caso in cui l’inconscio dovesse essere tenuto a freno di notte come lo è di giorno. Il desiderio inconscio è sempre attivo, perché nell’inconscio nulla è passato o dimenticato. Un’offesa patita trent’anni prima continua ad avere l’effetto di un’offesa recente. Ogni volta che se ne tocca il ricordo essa rivive e si dimostra investita di un eccitamento, il quale si procura una scarica motoria con un accesso nell’isteria.
La psicoterapia ha il compito di assoggettare l’Inc al Prec in modo da trovare soluzione e oblio per i processi inconsci. Talvolta il sogno, ammesso come appagamento di un desiderio inconscio, scuote il Prec con tale intensità da produrre il risveglio completo: è questo il caso del sogno d’angoscia, il quale non realizza il desiderio del Prec:, ovvero quello di continuare a dormire.
La repressione dell’Inc diventa necessaria perché il flusso delle rappresentazioni, lasciato a se stesso, svilupperebbe nell’Inc uno stato affettivo, che originariamente aveva carattere di piacere, ma che, dopo la rimozione, ha carattere di dispiacere e quindi viene provato come angoscia. Durante il sonno i desideri repressi sono in grado di raggiungere una fase sufficiente per essere rappresentati senza deformazioni e provocano quindi angoscia-dispiacere nell’istanza vigile in conseguenza della rimozione precedente.
Come sappiamo dalla psicoanalisi degli isterici, le attività intellettuali più complesse sono possibili senza la partecipazione della coscienza. Infatti la nostra attenzione cosciente si può rivolgere ad una determinata serie di pensieri, ma se essi incontrano una critica, li abbandona ed essi continuano la propria trama senza che l’attenzione le si rivolga di nuovo, a meno che non raggiunga in un punto un’intensità talmente alta da richiamarla nuovamente; altrimenti il processo si protrae fino al memento di addormentarsi (successione preconscia di pensieri).
Una successione di pensieri può cadere nel preconscio perché trascurata o perché rifiutata o repressa. Essa può estinguersi spontaneamente perché l’eccitamento si tramuta in investimento inattivo, e in questo caso non ha alcuna importanza per la formazione del sogno. Oppure può cadere nella cerchia di un desiderio inconscio il quale opera su di essa una traslazione della propria energia. Non per questo accede alla coscienza, anzi possiamo dire che la successione di pensieri, finora preconscia, è stata attirata nell’inconscio.
Da questo momento la serie di pensieri subisce una trasformazione che porta ad un risultato sorprendente: una formazione psicopatologica. Tale trasformazione si ottiene attraverso diversi processi:
In queste trasformazioni il contenuto e il significato proprio degli elementi psichici diventano secondari rispetto alla necessità di scaricare l’energia di investimento impiegata.
Nella formazione del sogno partecipano dunque due serie di pensieri: una che corrisponde al pensiero normale, l'altra che procede in modo del tutto proprio. Quest’ultimo corrisponde al lavoro onirico vero e proprio. Gli stessi processi si ritrovano identici specialmente nell’isteria. Qui troviamo una serie di pensieri normali che in questa forma non giungono alla coscienza. Dall’analisi del sintomo in atto desumiamo che essi, per giungere alla nostra percezione in forma appunto del sintomo, hanno subito una trasformazione mediante condensazione, formazione di compromessi, per associazioni superficiali, per occultamento delle contraddizioni, eventualmente procedendo nel senso della regressione. Una tale elaborazione psichica anormale di una successione di pensieri normale si verifica solo quando quest’ultima si è fatta traslazione di un desiderio inconscio, che deriva dal materiale infantile e si trova in stato di rimozione.
Un'accumulazione di eccitamento viene sentita come dispiacere e mette in moto l'apparato Y, allo scopo di ottenere nuovamente lo stato di soddisfacimento, in cui la riduzione dell’eccitamento viene provata come piacere. Il desiderio è quindi la corrente all’interno dell’apparato che parte dal dispiacere e mira al piacere. Null’altro può mettere in moto l'appartato psichico. Nell’Inc il desiderio ottiene soddisfazione regredendo all’investimento allucinatorio; nel preconscio, un sistema più avanzato, la soddisfazione si ottiene impedendo all'investimento del ricordo di regredire fino alla percezione, ma guidando l’investimento, per via indiretta, attraverso la motilità, alla percezione reale dell’oggetto di soddisfacimento.
PRINCIPIO DEL PIACERE ( nel libro “dispiacere”)
Per comprendere il concetto di rimozione dobbiamo supporre l’opposto dell’esperienza di soddisfacimento, l’esperienza di spavento esteriore; cioè che uno stimolo agisca sull’appartato psichico primitivo eccitandolo in modo doloroso. Ne risulteranno espressioni motorie disordinate, una delle quali sottrarrà l’apparato alla percezione e contemporaneamente al dolore. Alla ricomparsa della percezione l’espressione si ripeterà come movimento di fuga finché quest’ultima scomparirà di nuovo. Nell'apparato Y non rimarrà alcuna tendenza a reinvestire la percezione dolorosa bensì ad allontanarla in fretta (sistema inc.) per evitare il dispiacere. La ripetizione della fuga originaria avviene nell’allontanamento del ricordo, facilitato dal fatto che il ricordo non possiede qualità sufficiente a stimolare la coscienza. L’allontanamento dal ricordo costituisce il modello della rimozione psichica.
Per poter trasformare il mondo esterno attraverso la motilità è necessario accumulare una grande quantità di esperienze nei sistemi mnestici. L'attività del secondo sistema ha bisogno di disporre liberamente di questo materiale e di non disperdere nelle singole vie di pensiero inutili quantità di energia in modo da non ridurre la quantità necessaria alla trasformazione del mondo esterno. Freud postula che il primo sistema sia propenso ad un libero deflusso delle quantità di eccitamento e che il secondo sistema provochi, attraverso gli investimenti che da esso promanano un ostacolo a questo deflusso, una trasformazione in investimento energetico inattivo. Una volta concluso il lavoro mentale di verifica, anche il secondo sistema fa in modo che venga meno l’ostacolo e l’ingorgo degli eccitamenti, permettendo loro di defluire verso la motilità.
Per il principio di piacere, il primo sistema Y è incapace di trascinare qualcosa di spiacevole nel sistema ideativo. Ma il secondo sistema ha bisogno di disporre di tutti i dati dell’esperienza e per far questo investe il ricordo spiacevole in modo da evitare la liberazione di dispiacere: il preconscio può investire una rappresentazione soltanto se è in grado d inibire lo sviluppo di dispiacere che ne deriva.
Primario è il processo psichico ammesso da l primo sistema, secondario quello ammesso dal secondo. Il primo sistema tende all’identità di percezione, il secondo tenta di raggiungere un'identità di pensiero. Il pensiero deve raggiungere il ricordo attraverso le esperienze motorie e quindi interessarsi delle vie di comunicazione tra le rappresentazioni e pertanto evita i processi tipici del primo sistema (condensazione, ecc.) e il principio del piacere e limita lo sviluppo di stati affettivi da parte del lavoro ideativo ad un minimo, ancora utilizzabile come segnale (angoscia).
Il processo primario compare, temporalmente, prima nell’individuo e gli impulsi inconsci di desiderio costituiscono il nucleo inafferrabile di quest’ultimo, a cui devono arrendersi tute le aspirazioni psichiche successive. Il processo secondario non può fare altro che sforzarsi di deviarli e guidarli verso mete più elevate. Tra i moti di desiderio inconsci, derivanti dal materiale infantile e che non possono essere né distrutti né inibiti, se non trovano alcuni che sono in contraddizione con le rappresentazioni finalizzate del pensiero secondario. L’appagamento di questi desideri comporterebbe uno stato affettivo di dispiacere. I ricordi, che provocano lo sprigionarsi dell’affetto doloroso, non sono accessibili al preconscio, nemmeno a partire dai pensieri preconsci sui quali hanno traslato la forza del loro desiderio. Entra in vigore invece il principio di dispiacere e fa sì che il Prec si allontani da questi pensieri di traslazione; essi vengono lasciati a se stessi, "rimossi". In questo caso il dispiacere termina.
Le cose vanno diversamente se il desiderio inconscio subisce un rafforzamento organico, che esso può cedere ai suoi pensieri di traslazione, rafforzandoli in modo tale da tentare la penetrazione nella coscienza, benché siano stati abbandonati dall’investimento preconscio. Il Prec rafforza allora l’opposizione ai pensieri rimossi (sintomo < compromesso), mentre il desiderio inconscio, fortemente eccitato, sottostà al processo psichico primario e mira unicamente ad una scarica motoria oppure, trovando via libera, ad un ravvivamento allucinatorio della desiderata identità percettiva. I processi scorretti dell’apparato primario si verificano ogni volta che alcune rappresentazioni, abbandonate dell’investimento preconscio e lasciate a se stesse (cioè rimosse) sono in grado di appagarsi con l’energia non inibita, e tendente a scaricarsi, che proviene dall’inconscio.
Lo studio delle nevrosi dimostra che sono solo impulsi di desiderio sessuale, derivante dalla vita infantile quelli che hanno subito la rimozione (trasformazione affettiva) e che pertanto, rinnovandosi nel corso della vita per i più disparati motivi, divengono le forze motrici di ogni sintomo psiconevrotico.
Lo studio dei sogni indica che il meccanismo psichico di cui si serve la nevrosi non nasce da un’alterazione patologica che colpisce la vita psichica, ma esiste in condizioni normali in ognuno di noi; il represso, nella vita notturna, trova il modo per imporsi alla coscienza.
L’interpretazione del sogno è la strada maestra che porta alla conoscenza dell’inconscio nella vita psichica.
Possiamo ora affermare che vicino all’estremità motoria dell’apparato Y esistono due processi o modi di decorso dell’eccitamento. Tuttavia essi non vanno intesi come due luoghi psichici e che il pensiero passi da uno all’altro. In realtà un investimento energetico viene trasferito su un determinato dispositivo o ne viene ritirato, di modo che la struttura psichica viene a trovarsi sotto il dominio di un’istanza o ne viene distolta.
I processi ideativi, anche quelli più complessi e corretti, come dimostra l’analisi dei sogni e dei nevrotici, possono verificarsi senza stimolare la coscienza del soggetto. Essi però possono essere osservati qualora esercitino sulla coscienza un effetto che consente una comunicazione o un’osservazione. Ma quest’effetto cosciente può dimostrare un carattere psichico del tutto divergente dal processo inconscio, per cui alla percezione interna riesce assolutamente impossibile riconoscere nell’uno il sostituto dell’altro. Attraverso un procedimento dimostrativo il medico può inoltrarsi nell’inconscio e riconoscerne l’importanza, anzi assumerlo come base generale della vita psichica: l’inconscio è il cerchio maggiore, che racchiude in sé quello minore del conscio; tutto ciò che è conscio ha un gradino preliminare inconscio. Numerose attività, il cui verificarsi nel sogno poteva meravigliare, non vanno più ora attribuite al sogno, ma al pensiero inconscio attivo anche di giorno. Anche le più grandi creazioni artistiche provengono dall’inconscio e giungono alla coscienza già quasi compiute. L’inconscio era già conosciuto dai filosofi, ma quello che vi è di nuovo nelle teorie freudiane è la scoperta che esistono due tipi di inconscio: uno, l'Inconscio, incapace di giungere alla coscienza, mentre l’altro, il Preconscio, contiene impulsi che, pur sottostando a certe regole, possono giungere alla coscienza. Inoltre il Prec governa anche l’accesso alla motilità volontaria e dispone dell’emissione di un’energia di investimento mobile, una parte della quale ci è nota come attenzione. Per cui secondo Freud la coscienza non è altro che un organo di senso per la percezione delle qualità psichiche.
Secondo lo schema dell’apparato Y dato, la C. è simile, nei suoi caratteri meccanici, ai sistemi percettivi P, quindi: eccitabile da parte di qualità psichiche e incapace di conservare la traccia dei mutamenti, cioè senza memoria. L’apparato psichico che, con l’organo di senso dei sistemi P., è rivolto al mondo esterno, è esso stesso mondo esterno per l’organo di senso della C. Il complesso degli eccitamenti affluisce all’organo di senso della C da due parti: dal sistema P, il cui eccitamento, determinato dalle qualità, subisce probabilmente una nuova elaborazione fino a divenire sensazione cosciente, e dall’interno dell’apparato stesso, i cui processi, di ordine quantitativo, sono sentiti, appena approdano a certe trasformazioni, come serie qualitative di piacere e dispiacere.
Con la percezione di piacere e dispiacere, la C influenza il decorso degli investimenti all’interno dell’apparato Y, che di solito opera inconsciamente e per spostamenti quantitativi.
È probabile che in un primo tempo il principio di dispiacere regoli automaticamente gli spostamenti dell’investimento energetico; ma è pure molto probabile che la coscienza di queste qualità aggiunga una seconda e più sottile regolazione, che può addirittura opporsi alla prima, e che perfeziona la capacità di prestazione dell’apparato, mettendolo in condizione, contrariamente alla primitiva disposizione, di investire nonché di elaborare anche ciò che è collegato con uno sprigionamento di dispiacere.
Platone: l’uomo virtuoso si limita a sognare ciò che il malvagio fa nella vita.
La realtà psichica è una particolare forma di esistenza che non deve essere confusa con la realtà materiale.
Per l'esigenza pratica d valutare il carattere dell’uomo, bastano per lo più l’azione e il modo di sentire, che si manifestano consciamente. Soprattutto l’azione merita d’esser posta in prima linea, perché molti impulsi penetrati nella coscienza vengono soppressi da reali potenze della vita psichica ancor prima di sfociare nell’azione; anzi, spesso non incontrano alcun ostacolo psichico sulla loro via, proprio perché l’inconscio è certo che essi verranno impediti in altro modo. In ogni caso è istruttivo imparare a conoscere il terreno sconvolto sul quale si ergono le nostre virtù.
Dott.ssa Nives Paola Mastromonaco - Via Vercillo, 2 - 87100 Cosenza - Cod.Fisc.: MSTNSP54L59F748A - P.Iva: 03693770780
Sito realizzato da Agenzia Web Marketing - AWM
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Utilizzando questo sito l'utente accetta le nostre modalità d'uso dei cookie To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy. | |
I accept cookies from this site. Agree | ![]() |