Sembra quasi incredibile pensare che le vicende vissute dal bambino negli anni infantili siano tanto importanti da dominare pesantemente le scelte che farà nella vita adulta.
Eppure lo studio delle condizioni patologiche e dei sintomi e disturbi che il nevrotico presenta palesano in maniera drammatica come sia difficile non giudicare la realtà con gli occhi del fanciullo che resta in noi condizionato dai suoi bisogni antichi.
Un apparato tanto complesso e delicato come quello che ho appena descritto può facilmente incrinarsi in più punti:
In questi casi parte della libido (l’energia sessuale) del bambino resta ‘fissata’ ad un qualsiasi momento del suo sviluppo psicosessuale o ad una particolare persona, di modo che tutta la sua futura vita sessuale sarà influenzata inconsciamente dalla ricerca di tipi particolarissimi di soddisfacimento.
La corrente libidica fissata all’infanzia resta nell’inconscio e agisce come materiale rimosso, mentre tutto il resto della personalità può giungere alla normale maturazione. Per chiarire il concetto di fissazione Freud paragona l’evoluzione della psiche umana ad una campagna militare in cui l’esercito avanza in territorio nemico e lascia man mano delle guarnigioni a guardia delle posizioni più deboli. Se il nemico attacca, il grosso delle truppe dovrà ritirarsi verso la postazione più vicina per ripararsi, quindi tanto maggiore è il numero di fissazioni che l’individuo ha subito durante l’infanzia, tanto più debole sarà la sua resistenza di fronte ai problemi della vita adulta. Essi, soggettivamente o oggettivamente, possono somigliare agli antichi conflitti infantili e il loro riattualizzarsi dare luogo ad una malattia nervosa.
Tutto ciò può avvenire sostanzialmente per due motivi che travolgono in varia misura l’Io e le sue funzioni:
Esistono poi le cosiddette nevrosi attuali, dovute ad uno sfortunato regime sessuale, ma anch’esse riconducibili in fondo, spesso, a divieti e blocchi infantili che impediscono un sano esame della realtà.
In ogni malattia troviamo quindi sempre alla base il conflitto tra l’urgere di un desiderio istintuale e l’Io che si oppone alla sua espressione, accogliendo proibizioni e minacce reali o super-egoiche e facendole proprie.
Fondamentalmente le paure presenti in ogni nevrosi o comunque deviazione sessuale sono
La paura, legata originariamente ad uno di questi pericoli, viene in seguito prevenuta dall’Io tramite le percezione di un affetto di segnale, ad esempio l’angoscia, che può essere altrettanto intensa che la paura stessa. Scattano in questo momento quelli che abbiamo chiamato i meccanismi di difesa che hanno lo scopo di scemare l’angoscia o nel migliore dei casi di annullarla.
La scelta del meccanismo di difesa dipende da tanti fattori, ad esempio la gravità del conflitto, la forza della struttura dell'Io, componenti costituzionali e soprattutto ambientali. In una famiglia dove predomina il meccanismo della conversione, il bambino tenderà a difendersi usando sintomi fisici atti ad esprimere il suo conflitto.
Fondamentale però in questa scelta è l’epoca in cui si è verificata la fissazione a cui il malato regredirà nel momento in cui scoppia la malattia. Ogni età infatti ha delle difese caratteristiche, appropriate allo sviluppo raggiunto.
• Tra i meccanismi più arcaici troviamo il diniego e la proiezione che infatti ricompaiono nei casi di psicosi.
• Della fase anale sono tipici l’isolamento dall’affetto, la formazione reattiva e l’annullamento, i quali danno origine al comportamento dubbioso e coatto del nevrotico ossessivo regredito appunto a questa fase.
• L’isterico invece si serve più facilmente dei sintomi derivanti da spostamenti dell'’energia libidica da un oggetto ad un altro, adatto nello stesso tempo a gratificare in parte il suo desiderio e a mascherarlo. L’isterico si serve anche di conversioni in sintomi fisici del suo conflitto istintuale che hanno la stessa funzione degli spostamenti: non a caso egli viene definito come colui che mente a se stesso.
Per riassumere diciamo quindi che l’Io può trovarsi di fronte ad un conflitto che non riesce a risolvere con i mezzi che è venuto acquisendo man mano con la maturazione delle sue nuove facoltà. La sua struttura allora subisce una regressione (regressione formale) a modi più arcaici e magici di pensiero che sono più tipici del processo primario, fino ad arrivare ad un limite estremo quando torna alla condizione di indifferenziazione totale e di ‘unione oceanica’ con la madre nelle forme più gravi di schizofrenia.
Questo tipo di regressione si riferisce al pensiero, ma l’individuo può regredire (e di solito avviene contemporaneamente – regressione temporale) anche in un altro senso, riguardo, cioè, alla scelta dell'’oggetto e al modo di rapportarsi ad esso.
Se l’oggetto attuale o una particolare situazione di vita deludono profondamente, la persona può stornare da essi il proprio interesse e reinvestirlo negli oggetti infantili, ed anche qui la regressione può essere più o meno grave. In quelle che Freud definisce nevrosi narcisistiche l’investimento libidico viene ritirato dagli oggetti esterni in modo totale e reinvestito nel proprio Io, nel cosiddetto narcisismo secondario. È questa una condizione simile ad un momento precocissimo di scelta oggettuale, quella che abbiamo visto avvenire quando il bambino compie la distinzione tra il me e il non me ed unifica le sensazioni costituenti il proprio io: gli stimoli interni, la propria pelle, ecc. Alcune volte nell’immagine corporea sono compresi anche i vestiti. In letteratura sono riportati casi in cui un episodio psicotico è iniziato proprio con un fastidio riguardante parti dell'abbigliamento. In seguito il bambino va distinguendo nettamente tutto ciò che appartiene alla realtà esterna.
Dobbiamo precisare che Freud definisce la libido come una ‘"forza quantitativamente variabile, che fosse atta a misurare processi e conversioni nel campo dell'’eccitamento sessuale’", distinguendola "dall’energia che in generale deve essere supposta nei processi psichici"’ (vedi I TRE SAGGI SULLA SESSUALITÀ).
Ancora, la regressione temporale può riferirsi al tornare a modi di soddisfazione libidica tipici di fasi anteriori a quella genitale: ad esempio nella fase orale il rapporto con la madre è di tipo passivo-ricettivo e si modella sulla relazione mangiare-essere mangiato. Esiste inoltre un tipo di regressione detta topica: il materiale passa dal preconscio all’inconscio, ecc.
Per concludere il discorso sulle cause e sui modi di formazioni nevrotiche bisogna aggiungere che esse possono dare al malato notevoli vantaggi, distinguibili in "primari" e "secondari".
Dei primi abbiamo già parlato quando abbiamo detto che un sintomo è una situazione di compromesso fra la scarica istintuale e il divieto o la minaccia che lo accompagna e quindi, dando luogo ad una espressione parziale e mascherata dell'impulso, suscita minore angoscia o senso di colpa di quanto farebbe l’affiorare completo alla coscienza dell'impulso pericoloso.
I vantaggi secondari delle nevrosi non sono meno importanti dal punto di vista terapeutico di quelli primari. Infatti essi possono costituire un motivo di resistenza considerevole riguardo al desiderio cosciente di guarire.
Il vantaggio secondario consiste in benefici che l’Io cerca di ottenere nel momento stesso in cui accetta l’esistenza del sintomo in se stesso e lo considera ormai un dato di fatto da cui trarre il maggior utile possibile, quasi come una compensazione narcisistica che lo risarcisce della malattia.
È quanto avviene per esempio quando ad un nevrotico viene assegnata una pensione in considerazione del suo stato o quando grazie ad esso riesce ad attrarre su di sé maggiori cure e considerazione dai suoi familiari che egli considera prove d’amore.
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