Il fascino di un mistero
Il sonno e il sogno, benché fenomeni del tutto naturali, suscitano in ognuno di noi paura, in quanto ci mettono in contatto, anche se in modo deformato, con parti di noi sconosciute alla coscienza.
Possiamo porci una serie di domande sul sogno e sul sonno.
La prima di esse è:”Chi dorme? Chi sogna?”
La risposta al primo interrogativo è relativamente semplice, perché ormai la scienza ha accertato che dormono tutti gli esseri viventi.
L’altra è più complessa, perché l’unico strumento scientifico che può aiutarci è la registrazione dell’elettroencefalogramma.
Esso ci dà due tipi di tracciati: uno per il sonno non-REM e quello caratteristico del sonno REM (Rapid Eyed Moviments). Quest’ultimo èy tipico di chi sta sognando e simile al tracciato dello stato di veglia. Inoltre durante il periodo di tale fase del sonno il soggetto muove gli occhi.
Anche gli animali sognano, ma solo da un certo punto in poi della scala biologica.
Già i serpenti hanno qualche alterazione del tracciato EEG ma non quella del sonno REM. Esso comincia ad apparire negli uccelli, i quali sognano per lo 0,3% del tempo che dormono e ogni volta per 4-5 secondi.
Arrivati all’uomo scopriamo che la percentuale di sogno varia dal 100% nel feto, al 50% nel neonato, fino al 25% nell’adulto.
La seconda domanda è su quali rapporti intercorrano tra sonno e sogno e tra sonno e veglia.
Per rispondere ad essa bisogna tener presente che in noi si alternano continuamente i processi primari e secondari del pensiero così come si alterna qualsiasi altro ritmo biologico.
Nello stato vigile, ogni determinato numero di ore (verso le ore nove del mattino, quindi verso le tredici e infine intorno alle diciassette), abbiamo dei momenti in cui siamo più creativi, abbiamo più facilità di verbalizzazione e tendiamo più facilmente ad addormentarci.
Allo stesso modo durante il sonno esistono i cosiddetti sogni lucidi (quando cioè si è coscienti di stare sognando) i quali indicano che la nostra coscienza è vigile.
In effetti durante la veglia prevale l’attività dell’emisfero sinistro del cervello, il quale è la sede della razionalità.
Nel sonno, viceversa, prevale l’emisfero destro, il quale governa la nostra creatività. Mai però l’uno o l’altro tace completamente: esiste solo un continuo alternarsi delle loro funzioni con prevalenza dell'’uno o dell'altro. Non potremmo fare a meno né di dormire né di sognare.
Alcuni esperimenti fatti su ratti dimostrano che la mancanza di sogni porta addirittura alla morte e l’autopsia rivela tracce di alterazioni organiche.
Si sa inoltre dalle atrocità commesse nei campi di sterminio sugli ebrei che un uomo privato dei sogni per una settimana impazzisce.
I testi di medicina ci danno una visione del sonno come di uno stato di completa passività, caratterizzato dall’arresto dell’attività cosciente, aumento della soglia percettiva agli stimoli e immobilità quasi totale dovuta al rilassamento muscolare.
In effetti il sogno è una seconda vita in cui intervengono mutamenti a tutti i livelli, sia comportamentali che fisiologici ed elettroencefalografici, i quali indicano che in uno strato della nostra persona siamo completamente attivi.
Ad esempio a livello comportamentale ognuno di noi nel sogno compie azioni magari del tutto in disaccordo dalla logica usuale della vita vigile.
A livello fisiologico i mutamenti tra il sonno REM e quello non-REM sono rilevabili attraverso misure oggettive che ci indicano con certezza come durante il sogno viviamo l’avventura allucinatoria anche con il corpo.
Ad esempio mentre nel sonno prevale l’attività del sistema parasimpatico, durante il sogno prevale il simpatico, tipico degli stati di allerta. Tranne i periodi REM, la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, il ritmo del respiro si abbassano; diminuiscono la secrezione gastrica e i movimenti dell’intestino.
Importanti modificazioni avvengono a livello elettroencefalografico: infatti come abbiamo già detto, le onde cerebrali del sonno REM sono molto simili a quelle della veglia e questo testimonia dell’attività cerebrale durante il sonno, benché ormai sia noto che gli episodi di parvor nocturnus nei bambini compaiono durante i periodi non-REM. Interrogati, i piccoli non sanno dire che cosa hanno sognato; questo farebbe supporre abbozzi di attività onirica anche durante la fase non-REM, quasi una preparazione, senza però tutta la partecipazione emotiva, al successivo sogno.
Esso sembra avere una funzione ben specifica, anche ai diversi livelli di età.
Nel feto sembra assolvere ad una funzione preparatoria alla nascita in quanto proprio attraverso l’attività onirica maturano i centri nervosi.
Egli sogna in simbiosi strettissima con la madre; è stato verificato che la donna negli ultimi mesi di gravidanza regredisce e tende a sognare nella stessa quantità del bambino. La sua percentuale di sogno può salire dal 25% normale in un adulto al 40-50% più tipico dell’età infantile.
Nel bambino più grande il sogno principalmente adempie alla memorizzazione di cose ritenute importanti, mentre le altre vengono cestinate.
Questa ipotesi è suffragata dal fatto che durante il sonno aumenta la sintesi di macromolecole proteiche, fenomeno tramite il quale si crea la memoria a lungo termine.
Nell’adulto infine il sogno sembra assolvere ad un’altra importantissima funzione, che è quella di abreagire gli squilibri provocati in noi dalle pulsioni di morte.
Infatti attimo per attimo nelle nostre cellule si stabilisce un equilibrio tra pulsioni di vita e pulsioni di morte, ma questa eterna e silenziosa battaglia non ha la possibilità della rappresentazione per cui non avremmo alcuna possibilità di scaricare la tensione che si accumula in noi se non intervenissero i nostri livelli più dotati di capacità espressive.
Esternalizzando il conflitto tramite un’immagine o un simbolo, il livello inferiore più inconscio (più vicino alla biologia) si ristruttura: l’emozione viene rappresentata dal simbolo e nello stesso momento in cui questo avviene essa si modifica.
Se questa operazione riesce, il sogno può essere dimenticato.
In caso contrario occorre più di un sogno per ristabilire l’equilibrio e qui si verifica il fenomeno dei sogni ricorrenti e quello del sogno che viene ricordato dalla coscienza vigile, la quale è chiamata a prendere atto, in modo esclusivamente emotivo, del disagio esistente.
Il conflitto ha attraversato i vari livelli fino ad arrivare a quello mentale: di solito, anche se non conosciamo il significato del sogno, ricordiamo e comprendiamo bene l’emozione che ci ha procurato.
Se il sogno viene interpretato siamo in grado anche di comprendere il conflitto a cui il simbolismo ha dato voce.
Il linguaggio del sogno è lo stesso dell'Es. È analogico, il tutto rappresenta la parte, la parte il tutto. Scompare la nozione del tempo e i contrasti, le differenze, le negazioni. Un’immagine rappresenta un’azione o più concetti nello stesso tempo. Un piccolo particolare può stare al posto di un’idea o di una persona.
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