In un lavoro introduttivo ai concetti basilari della Psicoanalisi ci sembra utile focalizzare l’attenzione sull’andirivieni del movimento pulsionale nella normalità e nelle varie fasi di una malattia psichica, quale che sia.
Dialogheremo quindi sui concetti di distacco della libido e di regressione, passando dalla descrizione dell'apparato psichico e del suo sviluppo normale fino al conflitto patologico. Seguiremo le strade battute dall’investimento libidico nella normalità e in un caso di grave patologia, la Paranoia.
In tal modo tenteremo di rendere chiaro cosa succede quando un qualsiasi fattore turba l’equilibrio dello sviluppo nel bambino formando dei punti di fissazione nella sua psiche e l’importanza che in seguito essi assumono nei momenti difficili della vita, quando non riusciamo a scorgere altra soluzione che tornare indietro rifugiandoci nella malattia nervosa, o quanto l’esperienza passata ci guidi nelle scelte del presente senza che ne siamo minimamente consapevoli.
L’ingresso di Freud nel mondo della malattia mentale avvenne in un momento storico in cui la psichiatria muoveva appena i primi passi.
L’inconscio collettivo non era molto lontano dal vero quando descriveva i sogni come messaggeri degli dei e la pazzia come la punizione di insane passioni. Intuitivamente la filosofia popolare vedeva in questi fenomeni una radice comune, quasi che il folle fosse chi, incapace di delegare gli dei ad esprimere ciò che in fondo si agita in ognuno di noi, pretende di vivere i propri sentimenti in prima persona. L’uomo normale invece nasconde gelosamente dentro di sé il turbine di amore e odio che lo dilania e solo nel sogno riesce ad entrare in contatto con ‘il volere degli dei’. Proprio attraverso lo studio del sogno Freud riuscì a penetrare nei regni divini della psiche, scoprendone la forza nascosta e le ineluttabili leggi che la governano.
"Ciascuno possiede nel proprio inconscio – egli afferma – uno strumento col quale può interpretare l’inconscio altrui."
Partendo dalla supposizione che i malati differiscono dai sani solo quantitativamente, Freud spiegava allora i sintomi che venivano presentati nel corso del trattamento terapeutico applicando ad essi la stessa tecnica che usava nell’interpretazione dei sogni, ovvero considerandoli come produzioni mentali derivanti da zone oscure della personalità.
La teoria metapsicologica formulata da Freud può essere considerata da un punto di vista dinamico o da un punto di vista topico.
Quest’ultimo postula tre luoghi psichici ben distinti: il conscio, il preconscio e l’inconscio. Preconscio e inconscio sono nettamente separati da una barriera detta censura, che normalmente impedisce il libero confluire di materiale da uno all’altro.
La concezione dinamica esprime il gioco di forze che l’individuo mette in atto per esprimere i suoi impulsi in modo adeguato alla realtà. A questo fine nel corso dello sviluppo la persona differenzia parti della propria struttura psichica e le rende atte a valutare il mondo interiore e il contesto del quale interagisce, in modo da evitare pericoli per la propria integrità.
Conosciamo così l’Es, l’Io e il Super-Io: completamente appartenente all’inconscio il primo, gli ultimi due sono in parte consci, in parte preconsci e in parte coscienti.
Non è unico il linguaggio parlato dal nostro apparato psichico: ogni istanza ha la propria peculiare espressione.
Ma quello che ci interessa maggiormente in questo studio è ‘la logica dell'Es’, ossia proprio un tipo di pensiero in cui la logica come noi la intendiamo manca completamente.
Nell'ES esiste solo la pulsione e la sua rappresentazione psichica, specie in termini di immagini. Non esiste il negativo, né possiamo capire se un simbolo esprime rifiuto o desiderio di un oggetto; verso di esso amore e odio coesistono tranquillamente; il tutto può rappresentare la parte e viceversa, un’immagine racchiude in sé un episodio o un desiderio, nel sogno un piccolo particolare in una persona sconosciuta indica in realtà con chiarezza di chi si tratta; le categorie dello spazio e del tempo non esistono, un sentimento e qualsiasi altra cosa possono essere rappresentati mediante il proprio opposto o per allusione o per analogia.
Queste caratteristiche danno luogo ai fenomeni dello spostamento e della condensazione.
Per spostamento intendiamo la possibilità di spostare l’energia psichica da un’immagine ad un’altra così come da un oggetto all’altro (fenomeno caratteristico delle fobie e della simbolizzazione).
Con il termine di condensazione si intende il processo per il quale con un’unica immagine onirica, ad esempio, si rappresentano due o più oggetti o situazioni o desideri: un breve sogno può contenere l’intero dramma di una persona.
Il bambino molto piccolo non conosce altro modo di rapportarsi alla realtà per cui a causa di questa sua immaturità di pensiero incappa in gravi errori di giudizio. Ad esempio non essendogli molto chiaro il confine tra l’Io e il non Io, tra i propri pensieri e la realtà, non distingue tra azione fantasticata e azione eseguita, come pure gli è facile attribuire agli altri (perfino ad oggetti inanimati) i propri sentimenti. Sentendosi incapace di controllare le proprie passioni, ha paura di quelle altrui, specie se l’altro è un onnipotente genitore.
Freud divide lo sviluppo umano in diverse fasi, ognuna delle quali esprime una propria modalità sessuale, ove per sessualità si intenda tutta una serie di attività atte a procurare piacere. La prima fase che il bambino attraversa è detta orale perché la zona erogena è la cavità orale e la modalità di soddisfacimento prende le mosse dalla funzione dell'alimentazione.
Questa è propriamente una fase autoerotica, in quanto il primo oggetto d’amore è il seno, che il bambino ancora non distingue da se stesso. L’appagamento del desiderio avviene attraverso l’incorporazione.
Al comparire della prima dentizione la sessualità orale acquista un colorito sadico per il fatto che ad essa è connessa l’idea di distruggere l’oggetto.
Alla fine di questa fase il bambino acquista la capacità di distinguere tra le sensazioni interne al proprio corpo e gli oggetti capaci di placare la tensione intima per cui comincia a percepire se stesso come un individuo separato dalla madre. Compare ora il narcisismo, ovvero la propria persona distinta da quella degli altri è la prima che viene scelta come oggetto d’amore.
Nella fase successiva, quella anale, esiste già una persona amata esterna all’Io, tanto è vero che le feci sono considerate dal bambino come un dono che può fare all’altro. Il nome è dato a questa fase dal fatto che la zona erogena principale è quella anale.
La modalità di soddisfacimento è ancora autoerotica poiché il piacere è tratto dal ritenere o evacuare le feci. Di conseguenza questa seconda fase di sviluppo è caratterizzata dalla bisessualità: la zona anale è cava e nello stesso tempo dotata di muscoli adatti all’escrezione per cui soddisfa sia sentimenti di passività nel ritenere le feci, sia di attività nell’espellerle; è rilevante vedere come persone fissate a questa fase siano caratterizzate dal dubbio e legate a modalità sado-masochistiche di rapporto con gli altri.
La fase fallica è quella in cui il primato fra le zone erogene viene assunto dai genitali e il piacere ottenuto attraverso la loro masturbazione. Essa, pertanto, è sempre una fase autoerotica riguardo alla meta. In questa fase però i bambini conoscono un solo genitale, quello maschile, conoscenza incompleta che dà luogo a notevoli equivoci e paure (che in seguito saranno rimossi) rispetto alla castrazione.
Nell’epoca che va all’incirca dai due-tre anni ai cinque-sei si ha la scelta definitiva dell'oggetto amoroso, nella situazione edipica triangolare. L’originaria bisessualità fa sì che per il bambino sia la madre che il padre possano diventare l’oggetto ‘prevalentemente’ amato o odiato, dando luogo così ad una scelta eterosessuale o omosessuale: saranno diversi fattori, anche esterni, ad orientarlo in un senso o nell’altro. Se il maschio ama la madre ed odia il padre considerandolo un rivale, avremo il cosiddetto complesso edipico positivo; se odia la madre come rivale nell’affetto paterno il complesso edipico sarà detto negativo. L’inverso naturalmente avviene per la bambina.
A queste tre fasi della sessualità infantile segue l’epoca della latenza in cui si sviluppa la sublimazione dei desideri sessuali e l’interesse viene spostato su altri obbiettivi quali lo studio, la socializzazione, ecc.
La fase genitale adulta unifica e racchiude in sé tutto lo sviluppo precedente, nella scelta alloerotica sia dell'’oggetto che della meta, benché anche durante gli anni della maturità l’individuo possa tornare all’autoerotismo o all’omosessualità qualora motivi contingenti gli neghino la soddisfazione con un oggetto adatto.
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